Sul Genere

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  1. Marcus Arts
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    Sul Genere



    Qualche giorno fa scrissi una lista di venti punti che –ironicamente- un novello scrittore di un’opera ecchi/harem dovrebbe seguire. Era una cosa scherzosa, volta a prendere in giro un genere per lo più pieno di stereotipi e situazioni fisse.
    Questo post ha la funzione di essere “l’altra faccia della medaglia” di quella lista. Non seguirò l’ordine confuso dei venti punti, ma l’intento sarà comunque quello di spiegarli e di fare un’analisi un po’ più approfondita su questo genere di opere. Pertanto, invito tutti coloro che vogliono proseguire la lettura a leggere quel post, che trovate qui https://vanishingteam.forumfree.it/?t=72118483 , nel caso in cui non l’abbiate fatto in precedenza.

    È doveroso specificare anche che quelle che seguiranno sono solo mie considerazioni, ergo potrebbero essere fallaci.


    ___________________________



    Partiamo da lui, il protagonista. Egli è il fulcro della storia. È l'alfa e l'omega. La storia inizia e finisce con lui. Deve essere interessante, ma di facile immedesimazione. Deve essere “uno dei tanti”, seguendo il concetto “potresti essere tu, ma anche particolare, “speciale”. Questo perché una volta che chi usufruisce dell’opera si identifica con il protagonista, facendo elevare il protagonista si sente elevato anche il fruitore. E questo vale per quasi tutti i protagonisti.

    Protagonista che nel nostro stoico genere -sì sono ironico- è circondato da una mandria di procaci fanciulle.
    Ed è qui inizia il concetto di genere. Anzi, il limite del genere.
    Il fatto che un autore voglia fare un opera “ecchi” lo porta a evitare scene troppo spinte pur facendo in continuazione riferimento ad esse.
    È un horror invertito.
    Se nell’horror si cerca in continuazione di mantenere una tensione che prima o poi andrà a svanire (e questo spiega il fatto che gli horror impieghino comunque diverso tempo per carburare e che un buon horror abbia comunque bisogno di contare con il contagocce le scene più violente e spaventose, in modo da non sommergere ed abituare lo spettatore), negli ecchi si deve sempre cercare di mantenere quel “vedo non-vedo” nelle scene erotiche. Ci sono sempre, ma non vanno mai a fondo, diventando quindi un “faccio non-faccio”. A quel punto diventa chiaro che tirare per le lunghe diventa sempre più difficile e che il rischio che un’opera possa diventare noiosa esista ed che sia anzi un problema comune.

    Premesso questo, un autore cosa può fare? Aggiungere cose. Il fatto che abbiano più o meno senso non è molto importante dal punto di vista dello scopo. Infatti, nell'ottica di “allungare il brodo” tutto è lecito. Colpi di scena, cattivi che arrivano all’improvviso, magici ritorni, 50 personaggi diversi che entrano ed escono, astronavi, situazioni dell’altro mondo, tornei...
    Chi più ne ha, più ne metta. Serve.
    Una buona storia ecchi durerebbe sennò 10 capitoli. 30 se è anche harem. E un autore deve anche guadagnare. Perdincibacco.
    In ogni modo, se tutto è lecito, se il fan service diventa genere, allora è chiaro che non ci dovremmo sorprendere nel vedere che il buon Rito di To Love Ru dopo centinaia di capitoli, dopo averle viste tutte nude centinaia di volte, ben dopo la fine del manga vero e proprio (ora sta andando avanti To Love Ru: Darkness, una specie di Season 2), non abbia ancora dichiarato il proprio amore verso Haruna. Anche perché durerebbe due secondi: -ti amo. –anch’io. –bene. (Per intenderci, il manga di To Love Ru lo seguo con deciso interesse, è molto molto carino. Lo consiglio vivamente).
    Ma andiamo avanti…

    Le ragazze. Abbiamo detto che in un’opera harem ci sono svariate protagoniste che gironzolano intorno al protagonista. Ovviamente se fossero tutte more sarebbe un gran problema per il lettore: ognuna deve avere un suo tratto distintivo, altrimenti se il lettore inizia a confondersi, perderà interesse e questo nessuno lo vuole.
    Ecco dunque che la scelta più ovvia diventi anche la più utile. Più ragazze, più colori.
    Ci sarà la maggiorata rossa (fare una rossa priva di un grande seno è un po’ controproducente. Il rosso è un colore dei capelli che a pelle indica una ragazza procace, farla normale o loli… stonerebbe), la giovane principessa (capelli biondi o argentei in genere), la guerriera, la ninja, la loli, la scemotta, la sadica, ecc… ognuna deve essere facilmente ricordabile dal lettore, grazie ad abilità, comportamenti tipici e colori specifici.

    Tutte ovviamente saranno rivolte al protagonista. Ovviamente non subito (altrimenti quel minimo di evoluzione nella storia mancherebbe), ma prima o poi tutte lo vorranno. Ed è ovvio che sia così.
    Il lettore lo vuole.
    Vuole che tutte cerchino il protagonista, perché sotto sotto il lettore maschio vuole sentirsi desiderato e anche ottenere tutto senza perdere nulla. Ed è naturale che sia così.
    Ad eventuali ragazze che volessero criticare questa cosa, faccio notare che il motivo per cui Hunger Games e altre opere hanno successo davanti ad un pubblico femminile è perché la protagonista femminile si ritrova contesa tra più ragazzi. (Qualcuno ha detto The Vampire Diaries?) Il voler essere desiderati riguarda tutti, e tutti guardano le opere d’intrattenimento tenendo presente inconsciamente questa cosa. :D Comunque…

    Tutte cercano il protagonista, tutte lo vogliono. Una dopo l’altra cadono ai suoi piedi. E si sopportano, perché l’unico interessante è lui, il protagonista.
    Bello non avere rivali in amore e prendersi tutto il montepremi, eh?
    Questo lo impone il genere, ma non solo. Presentare un rivale, o dei rivali, renderebbe la storia molto meno spensierata. Sarebbe un continuo conflitto, con il protagonista alla ricerca del “piglia tutto e non lasciare nulla agli altri”. Andrebbe dunque in un lato oscuro della morale, che lo allontanerebbe dal lettore, andando dunque a distaccare quel legame che esiste tra protagonista e lettore. Ecco dunque che ci saranno pochissimi e brevi rivali, per lo più palesemente malvagi o particolarmente stupidi.

    Ma alla fine queste sono... strutture. E le strutture contengono la storia. E sulla storia, in vero, non c'è molto da dire. Ognuna è un po' diversa. Ognuna ha una sua identità. Ma...
    Non ci si aspetta molto da questo genere, ed è giusto così. Non abbiate aspettative, non è quello il loro scopo.
    Ovviamente la presenza di un pubblico più o meno maturo cambia il tono e le aspirazioni dell’opera, ma è chiaro che il punto è: diamo scene osé e svariate ragazze, condiamo il tutto con svariate situazioni, divertenti, d’azione, elementi un po’ gialli, e poi continuiamo finché si può.
    Finché non arriva.
    Lui.
    Il finale.
    Oddio, e ora?

    La fine è sempre problematica. Molti autori sembrano andare nel panico. Deve soddisfare un po’ tutti. Ecco dunque che molte volte il protagonista non sceglie tra le ragazze. O magari non ci viene detto. O magari è cambiato tutto ma in fondo non è cambiato nulla. Oppure si punta sulla ragazza iniziale, mentre le altre stanno tristemente a guardare e a cercare consolazione. Cose così. Non è un genere che esiste per finire. Non è sul finale che queste opere danno il loro meglio… tranne che in qualche eccezione, ma in quel caso tendono a distaccarsi dal genere di appartenenza.
    Quindi, poche aspettative, grasse risate, tanto da guardare, poco da pensare.


    ___________________________


    In ogni modo questa era la mia riflessione sul genere.
    Sono stato logorroico lo so.




    Comunque… mi ripresento.
    Colui che sta scrivendo è Marcus Arts, il nuovo membro dello Staff, (ormai da un mesetto) e porterò avanti la traduzione di Shinmai Maou no Tesutamento, detto anche The Testament of Sister New Devil.
    Il primo volume dovrebbe uscire fra qualche settimana, se tutto va bene. :D


    Tra l'altro... mica l'ho detto agli altri dello staff di questo annuncio... spero che non mi uccidano. D: D:


    Ci sentiamo, e spero che sia stato interessante. ;)



    Edited by Marcus Arts - 20/2/2016, 12:44
     
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    E io che volevo mettere nelle news "Sorpresa" per la nuova novel @-@
    Comunque sai cosa mi ricorda? Un opera filosofica... Bhe, di filosofico non c'è molto però lo stampo è quello, e non so se era volontario o meno, ma il titolo è proprio simile a quelli delle prime opere filosofiche (si chiamavano tutti "intorno alla natura" "sulla natura" etc) :)
     
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  3. Marcus Arts
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    CITAZIONE (Numesta @ 20/2/2016, 13:46) 
    E io che volevo mettere nelle news "Sorpresa" per la nuova novel @-@
    Comunque sai cosa mi ricorda? Un opera filosofica... Bhe, di filosofico non c'è molto però lo stampo è quello, e non so se era volontario o meno, ma il titolo è proprio simile a quelli delle prime opere filosofiche (si chiamavano tutti "intorno alla natura" "sulla natura" etc) :)

    Ahahahah. De rerum natura? Anche se erano per lo più titoli greci. :D

    In realtà ho uno stile molto asiano... frasi nominali, enfasi, continue metafore. Qui mi sono sbilanciato, mettendo caratteri diversi, ponendo in grassetto alcuni elementi, in corsivo altri. Non volevo che chi leggesse perdesse il filo o si annoiasse. Però sì, non mi stupisce che abbia fatto un collegamento del genere. Visto che si tratta di una analisi di un genere specifico ho voluto dare un titolo che descrisse sia il tono che l'argomento della discussione.

    Comunque... D: Mi spiace di averti rovinato la sorpresa. D: D: (Così la prossima volta imparo a fare di testa mia.)
     
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  4. Aly Chiman40
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